Chiudi
Chiudi
Piscitelli Enzo
INDICE
Premessa di Nino Valeri p. v
Prefazione dell'Autore 1
I. Il 25 luglio 5
II. L'8 settembre 43
III. I partiti e il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale 73 ►
Il partito comunista italiano 73
Il partito socialista di unità proletaria 79
Il partito d'azione 84
La democrazia cristiana 88
La democrazia del lavoro 93
Il partito liberale italiano 97
Gli altri partiti e movimenti politici 100
Il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale 110
IV. La stampa clandestina 125
V. La restaurazione fascista e la non collaborazione 147
VI. La Resistenza in città e in campagna 195
VII. Da Anzio alle Fosse Ardeatine 237
VIII. La liberazione di Roma 307
Indice dei nomi 389
Premessa di Nino Valeri p. v
Prefazione dell'Autore 1
I. Il 25 luglio 5
II. L'8 settembre 43
III. I partiti e il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale 73 ►
Il partito comunista italiano 73
Il partito socialista di unità proletaria 79
Il partito d'azione 84
La democrazia cristiana 88
La democrazia del lavoro 93
Il partito liberale italiano 97
Gli altri partiti e movimenti politici 100
Il Comitato Centrale di Liberazione Nazionale 110
IV. La stampa clandestina 125
V. La restaurazione fascista e la non collaborazione 147
VI. La Resistenza in città e in campagna 195
VII. Da Anzio alle Fosse Ardeatine 237
VIII. La liberazione di Roma 307
Indice dei nomi 389
Hanno inizio così i lunghi nove mesi dell’occupazione nazista (settembre 1943-giugno 1944) e della Resistenza a Roma. ►
La manifestazione più evidente di questa particolarità può cogliersi nel fatto che Roma, malgrado le intense ed audaci azioni dei GAP, è l’unica grande città del Centro-Nord che non debba la propria liberazione all’insurrezione popolare. Su questa conclusione della lotta antifascista a Roma e sul giudizio di «attendismo» con cui si è qualificato l’orientamento prevalente della Resistenza nella capitale, si è scritto molto, ma la letteratura esistente non ha superato lo stato di memoria, di cronaca e di testimonianza autobiografica.
Con la sua ricerca, Enzo Piscitelli fornisce un contributo assai importante per colmare questa lacuna, ricostruendo, al di là di ogni atteggiamento polemico, le oggettive condizioni di esistenza nella città durante l’occupazione nazifascista, i caratteri della lotta armata e dell’organizzazione clandestina ricostituitasi dopo l’8 settembre.
Largo spazio è dedicato all’analisi degli schieramenti politici e militari ed alle diverse forme assunte dalla propaganda antifascista attraverso i giornali, i manifesti, gli opuscoli, senza risolversi però in una storia ’interna’ della Resistenza. Lo sforzo costante dell’autore, infatti, è quello di fornire un quadro complessivo della situazione politico-sociale in cui la Resistenza romana si svolge. Le condizioni di lotta erano estremamente difficili non solo per la stretta sorveglianza a cui i nazisti e la polizia fascista sottoponevano la città, ma anche per la particolare struttura sociale di Roma: stratificata e non omogenea, con un ceto medio disgregato ed immiserito dallo sfacelo dello Stato, priva di consistenti nuclei di proletariato industriale, essa non offriva le condizioni più favorevoli per lo sviluppo di un forte movimento antifascista di massa, politicamente diretto e controllato, a sostegno della lotta armata.
Grazie a questo sforzo di cogliere l’articolazione particolare che i grandi temi della Resistenza italiana — dall’assetto futuro dello Stato ai rapporti con gli alleati — assumono filtrati nella realtà romana, la ricerca di Enzo Piscitelli può fornire sugli aspetti più discussi della Resistenza romana giudizi puntuali che, pur nel loro consapevole impegno civile, sono privi di ogni asprezza polemica.